Hopi: The Orion connection ed il ritorno del “Perduto Fratello Bianco”
Articolo di Andrea Raito
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La costellazione di Orione ha da sempre esercitato un certo fascino sull’uomo e questo si deve principalmente alla sua posizione sulla volta celeste, facilmente individuabile ed osservabile. Esistono tuttavia elementi, relegati alla sfera del mito e delle leggende delle antiche civiltà, che porterebbero a pensare che tale particolare “connessione” con la costellazione, vada ben oltre la mera facilità d’osservazione.
Tra i numerosi popoli della Terra ad avere sviluppato questo speciale legame vi è anche la tribù degli Hopi, nativi americani stanziatisi nell’odierno stato dell’Arizona, che da sempre rivendicano questo profondo rapporto con Orione indicato, secondo tradizione, quale luogo di provenienza dei loro “dei”. Thomas Banyacya, leader tradizionalista dei nativi americani Hopi ed appartenente al clan dei “Coyote”, prima della sua morte nel 1999, ha avuto molte volte l’occasione di raccontare il mito del suo popolo secondo cui alcuni esseri divini provenienti dalla su detta costellazione scesero sul nostro pianeta su “scudi volanti” per salvare gli Hopi da un distruttivo diluvio globale, in tutto simile a quello biblico. Tali dei, chiamati “Kachina”, sono tutt’oggi venerati dai discendenti della tribù, che nei propri riti mistico religiosi sono soliti utilizzare bambole e feticci che li rappresenterebbero. Proprio in merito a quest’ultimo aspetto, osservando attentamente queste rappresentazioni, non sarà difficile poter trovare una certa somiglianza con gli odierni astronauti, dotati talvolta di una sorta d’elmetto sulla cui sommità è sovente raffigurata la “Cintura d’Orione”, come a sottolinearne la provenienza.


Un’ulteriore prova del legame fra il popolo Hopi ed Orione è anche l’antica dislocazione dei tre villaggi principali della tribù, costruiti su tre Mesas, formazioni rocciose alte e piatte in cima tipiche dell’Arizona , che assieme ad altri luoghi importanti per tale popolo, riflettono perfettamente la posizione degli astri principali della costellazione, similmente a quello che è stato rilevato a Giza.






Addentrandosi più specificamente all’interno delle tradizioni degli Hopi, non si può non rimanere colpiti dal complesso sistema religioso e mitologico che, tramandato oralmente di generazione in generazione nei secoli, ha resistito sino ad oggi alle influenze occidentali. Essendo un popolo costituito da diversi clan si hanno più versioni degli stessi miti che, tuttavia, convergono in quello unico e principale dei “Mondi”. Come spiegato da “White Eagle”, capo e massimo rappresentate degli Hopi negli Stati Uniti, il pianeta Terra è stato funestato da eventi apocalittici che in più di un’occasione hanno quasi sterminato totalmente il genere umano, segnando di per sé la fine di epoche (definite “mondi”, appunto), in cui gli uomini avevano raggiunto un elevato grado di sviluppo. Secondo il mito, le distruzioni che sono state ben tre annientando altrettante “umanità”, furono perpetrate dagli “dei” in risposta alla profonda corruzione spirituale degli uomini. L’ultima grande distruzione avvenne, come già precedentemente accennato, a causa di un diluvio di immani proporzioni a cui solo gli Hopi e pochi altri popoli del pianeta poterono sopravvivere grazie all’intervento di due fratelli “Kachinas” provenienti proprio da Orione. I due fratelli guidarono gli Hopi verso una nuova casa, le Mesas in Arizona, e li introdussero di fatto in una nuova epoca dell’umanità, il “IV Mondo”, corrispondente all’odierna epoca. Successivamente e senza un perchè, uno dei due fratelli , di nome Pahana, decise di andare via, dirigendosi verso est, ma promettendo però un suo futuro ritorno.




A questo affascinante mito è associata la profezia Hopi che annuncia il prossimo ritorno di Pahana, conosciuto anche come “Perduto Fratello Bianco”, in veste di “salvatore” dell’umanità nel contesto di una nuova distruzione globale determinata questa volta dall’approssimarsi della “Blue Star Kachina”, un oggetto celeste di grandi dimensioni (probabilmente una stella o un pianeta) in grado di provocare gravi e devastanti cataclismi su tutto il globo, inviato dagli dei per punire ancora una volta gli esseri umani incapaci di evolversi spiritualmente. I pochi sopravvissuti, grazie a Pahana, verranno introdotti nel V Mondo, che sarà caratterizzato da pace e da una nuova dimensione spirituale (“The book of the Hopi” di Frank Water, ed. Ballantine Books).


Alcuni membri Hopi, fra cui lo stesso “White Eagle”, sostengono che a conferma della profezia esistano delle antiche tavole sacre legate al ritorno di Pahana, create da un antico capo clan che, temendo l’eventualità che il proprio popolo potesse non riconoscere il dio al suo ritorno, incise degli strani simboli su delle tavole di pietra poi frammentate in più pezzi, alcuni dei quali rimasero agli anziani Hopi mentre gli altri vennero consegnati a Pahana stesso, poco prima della sua partenza verso est. Quando il dio farà ritorno, ricomporrà le tavole rivelando la sua autenticità e svelandone il mistico significato.
Secondo l’etnologo e scrittore Thomas Mails, esperto studioso di cultura nativo americana, il “ritorno del Fratello Bianco” non sarebbe l’unica profezia Hopi degna d’interesse; stando alle proprie ricerche e alle numerose interviste a membri di diversi clan Hopi, egli è arrivato alla conclusione che questo popolo, nonostante fosse privo di un proprio sistema di scrittura, sia in possesso di un antico e segreto libro, custodito dagli anziani, su cui sarebbero scritte più di 100 profezie sul destino del mondo. In base alle testimonianze raccolte, questo testo sacro sarebbe stato “dettato” agli Hopi da una misteriosa divinità, identificata con epiteti quali “Maestro” o “Profeta”, chiamato Maasaw o Maaso . Su questa emblematica figura , appartenente al pantheon dei Kachina, gli Hopi tendono tutt’oggi a mantenere un certo riserbo pur tuttavia attendendone con ansia e speranza il ritorno in quanto costui, da sempre, sarebbe il “custode della Terra” nonchè “servo del Dio supremo” (“The Hopi Survival Kit: The Prophecies, Instructions and Warnings Revealed by the Last Elders” - Thomas E. Mails - ed. Penguin Compass, 1997 ).





