L’Etna e l’ignoto: storia di una vacanza del III tipo

Articolo di Andrea Raito

CUNCULTUREAPPROFONDIMENTI

CUN Sicilia

6/9/20258 min read

L’Etna, simbolo di forza e natura selvaggia, è senza dubbio uno degli hotspot ufologici più prolifici d’Italia, avendo fatto da scenario ad alcuni fra i casi più emblematici del fenomeno, capaci di catturare la curiosità di tanti ricercatori e appassionati di tutto il mondo. Gli incontri ravvicinati del contattista Eugenio Siragusa, l’UFO visto fuoriuscire da un cratere spento dal colonnello Roberto Doz (1975), il presunto IR3, con tanto di “contatto psichico”, avuto da militari italiani di Sigonella con esseri umanoidi nei pressi del monte Sona (luglio 1978) sono, per citarne giusto alcuni, tre degli episodi più eclatanti e conosciuti a livello internazionale. Tuttavia “ ‘a Muntagna” non manca di riservare parecchie sorprese, rivelandosi teatro di eventi straordinari mai raccontati pubblicamente fin ora, perché tenuti lungamente nascosti dagli stessi protagonisti/testimoni benché siano tanto interessanti e incredibili da non aver nulla da invidiare ai casi più celebri.

Un interessante esempio di quanto affermato, sembrerebbe essere una serie di eventi inquietanti ed inspiegabili che coinvolse quattro giovani catanesi (di età compresa fra i 16 e i 20 anni) che durante una vacanza nella periferia di un piccolo paese del versante Nord-Est del vulcano, sperimentarono qualcosa che li avrebbe turbati per molto tempo.

La vicenda ebbe inizio la mattina del 9 agosto 2006, quando il piccolo gruppo di amici, durante un’escursione attraverso le desolate campagne che circondano un piccolo paese etneo, fu testimone di qualcosa a cui non seppe dare spiegazione: su di una collinetta brulla, distante non più di 100 metri dalla loro posizione, videro due piccole e strane figure disposte l’una di fronte all’altra che sembravano interagire tra loro senza però emettere alcun suono o verso. Nulla di strano in apparenza, ma guardando bene i giovani colsero alcuni particolari inquietanti: quei due piccoli individui, immobili come delle statue, “ non poggiavano a terra, sembravano sospesi… come se levitassero a circa mezzo metro dal suolo; avevano teste grandi senza bocca o naso ma con occhi grandi o grosse lenti - non saprei come altro definirli - neri, ovali e molto allungati. Chiunque fossero, avevano braccia lunghe protese in avanti, apparentemente prive di mani, e indossavano delle tute nere molto aderenti, come quelle dei sub”, raccontò in seguito uno dei giovani. Anche gli altri ragazzi, ascoltati in circostanze e tempi diversi, confermarono la descrizione fornita dall’amico, elencando gli stessi dettagli senza alcuna contraddizione e sottolineando, tuttavia, di non essere in grado di fornire ulteriori particolari in quanto, spaventati, corsero via immediatamente.

La rocambolesca fuga, a detta dei quattro, fu una reazione spontanea alla visione di quegli strani individui benché gli stessi non avessero mostrato in alcun modo interesse per i giovani o aggressività. I ragazzi, profondamente turbati da quanto visto, tornarono in fretta nella casa che li ospitava, sita a poco meno di un chilometro di distanza dal luogo dell’insolito incontro, decidendo da quel momento di non avventurarsi più in quelle campagne.

Smaltita a fatica la paura del giorno prima, i giovani si trovarono presto coinvolti in un altro singolare episodio, forse più inquietante del primo. La notte fra il 10 e l’11 agosto, rientrati a casa dopo una serata trascorsa in totale tranquillità in paese, vennero letteralmente sconvolti e terrorizzati dall’accensione simultanea di alcuni elettrodomestici spenti: la TV, una radio, un frullatore e persino il karaoke col suo sistema di casse, presero a funzionare nonostante i relativi spinotti fossero staccati dalle prese di corrente. Il fenomeno durò all’incirca una decina di minuti e instillò nei giovani un profondo stato di terrore che raggiunse l’acme quando tutti i tentativi di spegnere i dispositivi si rivelarono inutili. In preda allo sconforto e di comune accordo, i quattro decisero di rinchiudersi a chiave in una delle stanze vuote della casa, sita al piano terra (la casa era su due livelli ed era abitata solo durante il periodo estivo), sperando che l’inquietante fenomeno si esaurisse quanto prima.

Lì, convinti di essere finalmente al sicuro, tre dei 4 ragazzi vennero immediatamente colti da un “improvviso e insolito torpore”, così definito da uno dei protagonisti, che li fece stramazzare a terra privi di coscienza. L’unico giovane rimasto ancora cosciente ebbe successivamente modo di raccontare che in quella circostanza, benché scosso da quanto accaduto agli amici, tentò in tutti i modi di risvegliarli, strattonandoli con vigore prima di svenire anch’egli senza poi ricordare più nulla. La mattina seguente, poco dopo essersi svegliati, i ragazzi si confrontarono su quanto accaduto la notte precedente: per prima cosa, attraverso i propri ricordi, stabilirono di aver vissuto realmente quella strana esperienza nel pieno delle loro facoltà psico-fisiche, pur non riuscendo tuttavia a spiegare l’improvvisa perdita di coscienza, poi si accertarono del regolare funzionamento degli elettrodomestici, rilevandone il normale funzionamento solo tramite connessione alle prese elettriche. Erano stati, insomma, protagonisti di qualcosa di inspiegabile. A scanso di equivoci, è doveroso sottolineare che nessuno dei quattro, per loro stessa ammissione, aveva mai fatto uso di alcol o sostanze stupefacenti, men che meno proprio quella sera, passata a chiacchierare, consumando dei panini e della Coca-cola, su una panchina della centrale piazza del paese su cui si attardarono fino al rientro in casa. Quindi, cosa accadde quella notte di mezz’estate? Come spiegare l’accensione simultanea di elettrodomestici privi di alcuna alimentazione elettrica? Come e perché dei giovani sani, astemi, che mai avevano assunto droghe in vita loro, ebbero un improvviso mancamento nonostante fossero in preda al terrore e avessero raggiunto un elevato grado tensivo durante quell’insolita esperienza? Domande, queste, destinate a rimanere senza risposta e a cui si sarebbero presto aggiunte quelle derivate da un ulteriore evento inspiegabile, l’ultimo, di quella vacanza del “III tipo”.

La notte del 13 agosto, intorno alle 03,00, i quattro, già provati dalle passate esperienze, furono testimoni dell’avvistamento di una bizzarra sfera luminosa caratterizzata da una forte luminosità arancione-giallastra, osservata nel limpido cielo notturno. Scambiato inizialmente per una stella particolarmente luminosa, l’oggetto, inizialmente immobile, “precipitò” in linea retta verso il basso ad alta velocità, per poi arrestare di colpo la sua corsa poco al di sopra di un boschetto di castagni, distante qualche centinaio di metri a nord rispetto al punto di osservazione, su cui stazionò per alcuni secondi prima di svanire lentamente dietro gli alberi. Secondo i quattro testimoni, il fenomeno potrebbe essere stato osservato anche da altre persone, ovvero altri residenti delle poche case limitrofe, intenti a godersi su balconi e terrazze l’agognata frescura della notte. In una dichiarazione raccolta qualche giorno dopo i fatti, uno dei testimoni disse: “ Quella strana palla non emetteva alcun rumore e quando scomparve dietro gli alberi l’intera zona venne avvolta da un silenzio indescrivibile…gli insetti, gli uccelli notturni e persino l’aria sembrò fermarsi… tutto sembrò spegnersi all’improvviso”. I due ragazzi più grandi, stimarono l’oggetto in 5-6 metri di diametro, prendendo come punto di riferimento le dimensioni dei castagni del boschetto. Anche in questa circostanza i quattro testimoni furono concordi nella descrizione dell’oggetto che, mostratosi loro inizialmente come una sorta di “palla infuocata”, sembrò poi assumere forma ellittica (“a goccia”) durante la rapida discesa al suolo. Per quanto concerne il colore: “Aveva un alone giallastro tutto intorno che avvolgeva un corpo centrale, una sorta di nucleo, che invece era di color arancione scuro tendente al rosso, anch’esso molto luminoso”.

L’avvistamento UFO fu l’ultimo degli strani episodi vissuti dai quattro amici catanesi che, pur rimanendo sul posto sino al 17 agosto 2006, non segnalarono ulteriori anomalie. Quanto visto e vissuto ebbe però un certo impatto sulla loro psiche, tanto da portarli, nonostante un’iniziale apertura nel raccontare i fatti, a non rilasciare ulteriori dichiarazioni in merito; i due maggiorenni, infatti, chiesero il totale anonimato e rifiutarono la compilazione dei verbali fornendo, tuttavia, alcuni disegni di ciò che videro in quei giorni. I due più giovani, in presenza dei genitori poiché minori, dichiararono anch’essi di non essere più interessati ad approfondire gli accadimenti, chiedendo di non essere coinvolti in ulteriori indagini.

Successive ricerche, condotte sul posto senza quindi coinvolgere i diretti testimoni, rivelarono che i luoghi in cui si verificarono questi strani fatti non erano affatto nuovi a fenomeni inspiegabili. Un anziano contadino, residente in paese sin dalla nascita, raccontò infatti che quelle campagne sono da sempre teatro di esperienze molto particolari, spesso inquadrabili nell’ambito del paranormale: incontri con strane creature, manifestazioni spettrali, inconsueti eventi atmosferici, UFO ed extraterrestri. L’uomo ha tenuto a precisare che queste sono storie, spesso prive di riscontri oggettivi, conosciute e discusse soltanto all’interno della comunità pedemontana, lontano dalle orecchie indiscrete dei forestieri di passaggio. “Qui, di cose strane ne succedono eccome…” dichiarò l’anziano, aggiungendo poi laconicamente: “ ma è meglio fare finta di niente”. Nonostante ciò e in via confidenziale, l’uomo raccontò la storia di un insolito fenomeno luminoso di cui fu diretto testimone, verificatosi una notte di parecchi decenni fa, quando le campagne del paese vennero illuminate a giorno da una inquietante bagliore verde di origine sconosciuta. Il singolare episodio, secondo il contadino, venne osservato anche da altri residenti della zona che, in quella circostanza, rilevarono anche un’inconsueta irrequietezza nei cani e in altri animali domestici che durò sino alla scomparsa dello strano bagliore.

Purtroppo, l’intera vicenda si chiuse così, senza nuovi dettagli e senza ulteriori dichiarazioni. I successivi tentativi di contatto coi quattro testimoni, effettuati anche in tempi più recenti, non hanno avuto gli esiti sperati: nessuno dei quattro, nonostante il tanto tempo trascorso e nonostante non si frequentino più fra loro, ha voluto aggiungere qualcosa in più rispetto a quelle strane vicende pur, tuttavia, tenendo a sottolineare con assoluta convinzione che quanto esperito durante quell’estate sia stato reale e per nulla frutto di suggestioni o particolari alterazioni.

Sebbene i fatti non abbiano avuto alcun risvolto successivo, rimanendo così nell’alveo di meri racconti, averli esposti potrebbe risultare utile per sollecitare la memoria di chi potrebbe aver assistito agli stessi o ad altri insoliti fenomeni lungo le pendici del vulcano. Non è infatti azzardato sostenere che, se i testimoni diretti o le persone semplicemente informate dei fatti come quell’anziano contadino, prendessero coraggio e raccontassero quanto di straordinario conosciuto, probabilmente verrebbero fuori tantissimi episodi inediti e incredibili che, come già affermato, nulla avrebbero da invidiare a quelli celebrati ed esaltati nella letteratura ufologica internazionale; quanto fin qui esposto, oltre a informare i lettori su degli eventi non noti, ha infatti anche lo scopo di invitare coloro che hanno qualcosa da raccontare a farsi avanti, approfittando senza timore di un contesto socioculturale diverso, molto più aperto al “non convenzionale”, contribuendo così a soppiantare la cattiva abitudine che molto spesso porta ad ammirare e invidiare ciò che accade (e vien fuori) dall’altra parte dell’oceano, senza valorizzare, relegandolo al silenzio, l’enorme tesoro di fatti inconsueti che abbiamo proprio qui, nel giardino sotto casa.