Omicidi del "terzo" tipo
Articolo di Andrea Raito
CUNCULTUREAPPROFONDIMENTI
E’il 1966, il Brasile, come altri stati sudamericani, stava vivendo un periodo di profondi cambiamenti culturali e sociali derivanti soprattutto dal clima di violenza e repressione instaurato dalla dittatura militare impostasi al paese nel 1964. In questo difficile contesto e in mezzo al caos di uno sviluppo urbano senza precedenti, prende vita una vicenda dai contorni a dir poco misteriosi, destinata a restare viva ancora oggi nelle menti di tantissimi brasiliani.
Siamo a Niterói, nello stato di Rio de Janeiro, è un caldo 20 agosto e a dare inconsapevolmente inizio a questa vicenda fu l’adolescente Jorge da Costa Alves. Il giovane, alla ricerca di un posto adatto dove poter far volare il proprio aquilone, decise di recarsi sulla collina Vintém, una piccola altura ricca di vegetazione sita accanto alla città in espansione.
Durante la ricerca del luogo ideale in cui iniziare a giocare, il ragazzo si imbatté in una scena che lo sconvolse: circondati dalla vegetazione della collina, in prossimità della sommità, giacevano i cadaveri di due uomini. Inizialmente turbato dal macabro ritrovamento, Jorge, vinta la paura, decise di andare più vicino ad esaminare la scena.
Gli uomini giacevano uno accanto all'altro supini su delle foglie cadute da una palma vicina. Indossavano pantaloni e camicia ed erano avvolti da dei lunghi e neri soprabiti lucidi. A prima vista, da lontano, Jorge pensava fossero dei cappotti, ma osservandoli più da vicino si rese conto che erano degli spessi impermeabili. Continuando la sua osservazione, il giovane rimase particolarmente colpito da ciò che i due uomini portavano al volto: maschere di piombo a forma di rudimentali occhiali da sole.






Le stranezze però non si fermarono qui.
Dopo un'ispezione più attenta da parte della polizia, allertata nel frattempo dall'adolescente, vennero fatti ulteriori strani ritrovamenti: accanto ai corpi c'erano una bottiglia di acqua minerale e degli asciugamani bagnati e, nella tasca di uno degli abiti degli uomini, una serie di appunti riportanti numeri, equazioni matematiche e facenti riferimento ad apparecchiature elettroniche. Tra i fogli venne ritrovato poi anche un misterioso biglietto con delle enigmatiche istruzioni:
16:30 essere nel luogo specificato
18:30 ingerire la capsula dopo l'effetto
proteggere i metalli attendere il segnale della maschera.


I corpi, in avanzato stato di decomposizione, si trovavano sul posto almeno da tre giorni e non mostravano evidenti segni di violenza. Gli spessi impermeabili neri, gli asciugamani e le maschere di piombo portarono gli inquirenti ad ipotizzare che i due uomini potessero aver avuto a che fare con materiali radioattivi, da qui la necessità di indossare le seppur grossolane protezioni. Tuttavia, stando ai rapporti della polizia intervenuta sulla scena del crimine, nessun radioelemento venne ritrovato in zona. I successivi esami autoptici e tossicologici non riuscirono a determinare la causa di morte dei due uomini.
Insomma, erano presenti tutti gli ingredienti giusti per dar vita ad un “giallo” coi controfiocchi.
La ricostruzione degli eventi
La polizia identificò gli uomini come i tecnici elettronici Miguel José Viana e Manoel Pereira da Cruz, residenti nella città di Campos dos Goytacazes , sempre nello stato di Rio de Janeiro. I due, specialisti nell'installazione di trasmettitori e ripetitori TV, erano soliti fare lunghe trasferte di lavoro in giro per il paese. Giorni prima della loro tragica scomparsa, avevano detto alle loro famiglie che si sarebbero recati nel vicino stato di San Paolo per acquistare un veicolo ed alcune attrezzature da lavoro; in realtà, i due si mossero verso la città di Niterói, dove poi sarebbero stati trovati cadaveri. Alcuni testimoni videro, per la prima volta, i due tecnici scendere da un bus alle 14:30 del 17 agosto 1966, giorno in cui i due persero la vita. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Miguel e Manoel fecero alcune soste in città: s’intrattennero col proprietario di un negozio di elettronica della zona, entrarono in un negozio di ferramenta dove presero i lunghi impermeabili, per poi concludere gli acquisti presso un negozio di alimentari dove comprarono la bottiglia d’acqua ritrovata sulla scena del crimine. L'impiegata del mini-market, secondo i rapporti testimoniali, ebbe modo di notare persino il comportamento anomalo di uno degli uomini. Secondo la donna, infatti, Miguel era molto ansioso e continuava a controllare l'orologio da polso. Altri testimoni dissero di aver notato i due tecnici un’ultima volta poco dopo le 15:00, cioè quando furono avvistati a bordo di una jeep in compagnia di altri due uomini, mai identificati, con cui si diressero ai piedi della collina; giunti in prossimità della fitta vegetazione Miguel e Manoel discesero dal mezzo proseguendo da soli la salita, mentre gli uomini in jeep si allontanarono col mezzo. Da quel momento in poi si persero le tracce dei due tecnici, fino al loro tragico ritrovamento.




Le teorie
Il caso, diffusosi rapidamente in tutta la regione, produsse nuove testimonianze e numerose teorie nonostante per molti, la morte dei due giovani tecnici, fosse semplicemente l’epilogo di un atto di violenza consumato nel difficile contesto della dittatura militare.
Eppure esistono alcuni resoconti che rendono l’intera vicenda ancora più enigmatica. Secondo la rivista “O Cruzeiro”, una signora di nome Gracinda Barbosa Coutinho de Souza assieme ai figli, affermò di aver avvistato un "grande disco volante " nelle ore in cui si suppone siano morti Miguel e Manoel. Secondo quanto riportato dalla rivista, l'oggetto era "molto grande, arrotondato, di colore arancione e con un cerchio rosso brillante tutto intorno".
“Poiché siamo nel pieno dell'era spaziale, in cui i razzi sono all'ordine del giorno, non sono mancati coloro che sostengono che Miguel e Manoel siano stati uccisi da un raggio ad alta potenza di origine extraterrestre. La professione di entrambi, tecnici televisivi, sarebbe in qualche modo collegata all'esperienza che svolgerebbero per captare segnali e messaggi provenienti da altri pianeti. I fan di Flash Gordon sono rimasti entusiasti dalle dichiarazioni rilasciate da D. Gracinda Barbosa Coutinho de Souza e dai suoi figli, residenti nella zona, che hanno affermato di aver visto un oggetto arancione rotondo, circondato da una striscia rossa brillante, intorno alle 19:00 del 17, volare sopra la collina dove sono stati trovati i cadaveri. Il disco volante rimase sopra la zona per alcuni minuti, esattamente nel momento in cui si ritiene che i ragazzi siano morti”.
“O Cruzeiro” del 12 settembre 1966.
Se a quanto detto sopra si aggiunge poi il fatto singolare che la polizia trovò dei libri sullo spiritismo e sul contatto extraterrestre tra gli effetti personali dei tecnici, ecco pronto quello che parrebbe a tutti gli effetti uno scenario del “III Tipo”.
Questa nuova ed intrigante prospettiva venne molto cavalcata dai media, dando al caso una notorietà che non tardò ad attirare l'attenzione di alcuni ufologi, fra cui il noto Jacques Vallée che decise di recarsi ad indagare personalmente sul sito dell'evento. Il ricercatore francese, nel suo libro “Confrontations: A Scientist's Search for Alien Contact “, classificò il caso come “contatto alieno”, affermando persino di aver trovato delle tracce di radiazioni residue sul terreno, in piena conformità alla casistica ufologica.
Altri abitanti della zona dissero in seguito che le luci viste in cima alla collina altro non erano che dei semplici fulmini, dovuti ad un forte temporale che colpì Niterói quel 17 agosto ‘66. Seguendo questa linea , alcuni hanno sostenuto che gli uomini potrebbero essere stati colpiti da un fulmine, dato che si trovavano in cima ad una collina con “occhiali” di piombo sul viso. Peccato però, non sia stato mai chiarito il perché i due uomini avessero avuto dovuto indossare quelle strane maschere metalliche.
Alcune delle prove raccolte dalla polizia / AH — Uol
Successive indagini hanno rivelato altri punti oscuri dell’intera vicenda come, per esempio, la scomparsa della considerevole quantità di denaro che gli uomini, si dice, avessero portato con sé durante il viaggio, nonché la possibilità che oltre ai due tecnici fosse coinvolta quantomeno una terza persona, inquadrata come probabile autore del biglietto contenente le strane istruzioni , poi ritrovato nella tasca dell’impermeabile di una delle due vittime; una perizia grafologica ha escluso sia Miguel che Manoel come autori dello stesso.
E’ stato anche ipotizzato che i due uomini possano essere stati attirati con inganno sulla collina Vintém per essere avvelenati e derubati. Tuttavia, la teoria del “contatto alieno”, azzardata da Jacques Vallée, sembra essere la più logica e credibile, nonostante ai più possa apparire alquanto stravagante; sia i reperti ritrovati sulle salme che le radiazioni riscontrate in loco, nonché le dichiarazioni di un amico fraterno di uno dei defunti, tale Élcio Correia Gomes, circa l’appartenenza dei due tecnici ad una setta scientifico-spiritualista dedita a particolari pratiche occulte ,non fanno altro che avvalorare quanto sostenuto dall’ufologo francese. Correia Gomes si è detto convinto che Miguel e Manoel, quel maledetto 17 agosto, presero parte ad un rituale progettato per metterli in contatto con un’ entità non di questo mondo e la cui eventuale apparizione avrebbe prodotto una radiazione così potente da richiedere delle protezioni come delle maschere in piombo. Gomes ha anche affermato che parte del rituale avrebbe richiesto anche l'uso di farmaci psicotropi, che in questo caso avrebbero però causato fatalmente un'overdose ai due uomini. Il 14 settembre 1966 , il quotidiano “O Globo” riportò le conclusioni, perfettamente in sintonia con quanto ipotizzato da Vallée e da Gomes, del capo della polizia Idovan Ferreira secondo cui “i tecnici erano morti a seguito di un "esperimento parapsicologico fallito"”.
In mancanza di altre prove o testimonianze schiaccianti, la polizia decise di chiudere il caso dopo tre anni di indagini.
Recenti investigazioni condotte da ricercatori indipendenti hanno rilevato che la gestione delle indagini, all’epoca dei fatti, fu caratterizzata da gravi negligenze da parte delle autorità, informate già della presenza dei corpi sulla collina giorni prima che venissero ritrovati dal piccolo Jorge. Nel 2004, le autorità hanno in oltre rivelato che il test tossicologico sulle salme non fu mai eseguito a causa dell’avanzato stato di decomposizione dei corpi. Anche a fronte dei palesi errori ed omissioni commessi dalle autorità di Polizia durante i rilievi e le successive indagini, resta incontrovertibile il fatto che qualcosa di potenzialmente non convenzionale, o addirittura soprannaturale, si sia verificato in quella collina causando volontariamente o accidentalmente la morte di quei due poveri uomini ed alimentando un mito che ancora oggi scuote le menti della comunità di Niterói.











